di Fabrizio Zugliano. 

A volte ci sono situazioni che nascono per caso, ma poi con il passare del tempo i racconti vengono completati e coloriti dagli stessi protagonisti o dai loro amici e alla fine diventano “leggende’’.

Dunque, eravamo nel week-end che precedeva il Rally 4 Regioni, a Salice Terme, terza prova del Trofeo A112, 18-20 maggio 1984.

Stavamo facendo le ricognizioni e ovviamente si viaggiava in “gruppo”. L’espressione ben si addice perché, in quegli anni pur essendo avversari (solo in gara), era solito e piacevole provare assieme.

Quasi sempre ci si ritrovava in 5-6 e anche più equipaggi e si andava avanti, tutti assieme, per quasi tutta la notte, prova dopo prova.

Questi erano i momenti che più preferivo: il rally disputato in notturna.

Era piuttosto evidente perché a quei tempi le ricognizioni si facessero di notte: innanzitutto perché almeno una parte della gara si svolgeva anche di notte e poi perché c’era la possibilità di incontrare poche autovetture rispetto ai passaggi diurni.

Ritornando al Rally 4 Regioni la Prova Speciale in questione era quella di Rocca Susella, piuttosto lunga e caratterizzata da passaggi fra case e abitati.

Immagino quindi, pur se a notte fonda, cosa potessero pensare gli abitanti del luogo nel sentire passare diverse volte e, non certo a passo d’uomo, una decina di muletti A112. A dir la verità però non ho ricordi di avversità da parte di alcuno, anzi, specie agli incroci c’erano diversi giovani appassionati che aspettavano i nostri passaggi.

Le prove speciali del Rally 4 Regioni erano un pò particolari rispetto ad altre di Campionato: era necessario fare parecchi passaggi perché il fondo stradale era piuttosto sconnesso e quasi tutte le curve diventavano “sporche”.

Pietro Corredig ed io eravamo gli ultimi di questo “gruppo”, un po’ perché non ci sentivamo di spingere troppo visto le strade aperte al traffico, un po’ perché dovevamo correggere e migliorare la descrizione di parecchie note.

Siamo arrivati alla fine della prova, poco prima di un abitato, spento il motore e abbiamo trovato i colleghi lungo una “sinistra lunga” ad aspettarci.

Non ricordo l’ora precisa ma potrebbero essere state le 2 o 3 del mattino.

Era una splendida serata di primavera: il silenzio della notte era interrotto solo dal brusio dei piloti e navigatori che commentavano le difficoltà della prova speciale e in lontananza si sentiva l’abbaiare di qualche cane.

Le uniche luci che si potevano vedere erano quelle delle lucette per leggere le note dei navigatori.

Piero ed io non abbiamo avuto nemmeno il tempo di scambiare qualche impressione sulla Prova Speciale che sentiamo un grido: “i cani, i cani !!”

Ci fu un momento di confusione e di sorpresa, fatto sta che tutti salirono in macchina il più presto possibile.

Le 112 partirono a razzo e ci siamo ritrovati all’inizio della prova speciale successiva.

Tutti si chiedavano la stessa cosa: “Ma cos’era successo?”

Arrivò anche Gigi Perugia, assieme a “Billy” Casazza, scendendo dall’auto dolorante ad un ginocchio perché nella fretta di salire in macchina aveva violentemente battuto contro il parafango della sua A112.

Al giorno d’oggi lui dice di sentire ancora quella botta e quel dolorino sordo al suo ginocchio.

Un buontempone del gruppo in vena di scherzi aveva gridato quella frase e, complice il buio, il luogo o quant’ altro aveva generato il panico in tutti noi.

Dimenticavo: qualche anno dopo, in occasione del Rally Costa Smeralda, probabilmente sempre lo stesso buon tampone, al controllo orario della prova speciale dell’Isuledda, cambiando il soggetto in “le api, le api !!” pare abbia ottenuto le stesse scene di panico coinvolgendo, in questo caso, anche i cronometristi e gli spettatori presenti.

Il Trofeo però era anche questo: indimenticabile divertimento.