di Giampaolo Corrao. 

La lettura di un libro, di un articolo di un messaggio di un qualunque scritto dovrebbe dare ciò che l’estensore cerca di trasmettere, un’emozione piccolissima o grande non importa, proviamo……
Fare i Rally…….abbiamo vissuto un “sogno“…….siamo stati fortunati semplicemente perché lo abbiamo vissuto dai tempi in cui correre un Rally era una cosa veramente impegnativa, eroica, lunghissima, complicata, un po’ misteriosa, molto avventurosa per certi versi da “carbonari“, quindi in definitiva veramente affascinante……..ma chi sei tu per dirlo?……si io lo posso proprio dire….. anzi raccontare……..perché? semplice……perché la mia prima gara è stata il “2 Valli di Verona“ nell’ottobre del 1975 e l’ultima il Carnia del “2011“………fra queste due date il mondo è completamente cambiato nel Motor Sport (e non solo) …….con un po’ di rammarico forse per me è una cosa irreversibile……..e pensate che fino all’inizio dei ‘90 tutto questo movimento sportivo si è retto in piedi ed ha prosperato muovendo masse enormi di pubblico, piloti e navigatori, capacissimi organizzatori, mega cene delle Scuderie……….senza cellulari, internet e password (!)…..ma come avranno fatto????
Ma non sono l’unico ad avere avuto la fortuna di aver vissuto il “sogno“…..per fortuna, sono in buona compagnia di tantissimi altri amici che hanno fatto il mio percorso attraverso tutti questi anni, tanti anche da prima, altri corrono ancora oggi.
Ma veniamo a noi…..
Inizi di aprile del 1977 un mio zio farmacista mi contatta dicendomi che un suo collega titolare di farmacia pure lui, tale Livio Merluzzi, vero gentleman driver che corre già da tempo (pista / salite / rally) avrebbe bisogno di un navigatore per alcune gare. Dal momento che io in quel tempo non mi ero ancora spostato dal sedile di destra a quello di sinistra, sapendo un tanto, gli chiede l’aggancio…. Detto fatto, prima gara 10° Rally dell’Elba, 21-22-23 aprile, prova del neonato (in quell’anno) Trofeo A 112 Abarth come si sa al seguito dei Rally Internazionali valevoli anche per l’Italiano. Per uno che fino a quel momento era rimasto nel triveneto (comunque fucina di supercampioni….), l’occasione era di quelle che non ci si può lasciare sfuggire……un elenco iscritti sia nelle “piccoline“ che nelle “grandi“ da far rabbrividire…uno per tutti Bernard Darniche su Lancia Stratos Chardonnet (che poi vinse). C’è da dire che soprattutto il primo anno nel Trofeo si erano riversati assieme ai neofiti o quasi, delle gran “vecchie volpi“ attratte dal miraggio del premio finale: una macchina e una stagione da ufficiale, quindi si erano iscritti piloti di gran esperienza e fama, gran manici che comunque avevano già tante gare sul groppone….Attilio, Tabaton, Camaleo, Giammarini, Simontacchi, Turetta, Fusaro, Guizzardi, il Pigi Comelli, Mirri, Baldan, ecc.. Fu così quindi che dall’estremo Nord-Est sono quattro i baldi giovanotti che si tuffano nell’avventura: Livio Merluzzi – Giampaolo Corrao, Stefano Orlandini – Walter Zangrando. Stefano amico di vecchia data aveva già dimostrato di che pasta era fatto essendo arrivato secondo assoluto alla prima prova del Campionato, Il Ciocco. Si parte una settimana prima della gara assieme ma ci si divide subito dandoci appuntamento sull’isola. Noi si deve passare a ritirare la macchina da gara dal preparatore che aveva appena rifatto il motore, “Preparazioni Dal Mas Valvasone“….Il buon Peppino ci raccomanda di fare rodaggio prima della gara, detto fatto Corrao guiderà la macchina con il carrello vuoto, Livio guiderà la piccolina fino all’Elba.
L’Elba ……che isola splendida… non ci ero mai stato, (ci sarei tornato a correre o in barca a vela altre quattro volte) la prima cosa che ti prende è il profumo……….mediterraneo intenso……..poi non ti capaciti come ci possano essere le montagne…..oddio non sicuro le Dolomiti ma non ti aspetti di trovarne così alte in mezzo al Tirreno, poi il mare…ma a quello noi triestini siamo abituati………poi Francesco Rossetti (quello vero…quello di Bacchelli-Rossetti o Verini-Rossetti) mi aveva parlato dei buoni vini di Procchio, del dolce e sublime Aleatico e di ottimo “pesse“ (pesce per i non triestini) ………..molto molto bene……
Giorni e giorni di prove, terra e asfalto….alcuni block notes grandi come dei tomi della Treccani e poi sul far della sera….all’ora del Vespero…. in terrazza con Walter a ricopiare in bella le prove già corrette in lieta compagnia di un ottimo Procanico freddo…… e poi nel nostro albergo ci sono i “grandi“……quelli del Rally Internazionale con i muletti posteggiati fuori che all’epoca erano vere e proprie auto da gara… non come la tristezza di oggi……Uscendo il giorno della gara ricordo di essere stato folgorato da due nuovissime tute rosse Max Sessoires…il top dell’epoca…..con le pubblicità cucite sopra…..la tuta dei fighi quando non era ancora obbligatoria (lo diventerà con il Campagnolo ad inizio luglio dello stesso anno ma questa è un’altra storia che vedremo più avanti), indossate da due fighi: Cambiaghi – Sanfront con una macchina figa…131 gruppo 4 rossa, di una scuderia figa il Jolly Club…….volevo svenir…..io comunque avevo il mio stile da “privatounoqualunque”, camicia e pantaloni jeans, pull over cammello……giacca a vento per la sera…..
Altri fighi alle verifiche ce n’erano molti, oltre al già citato Darniche (del quale mi innamorerò perdutamente la notte del Montecarlo 1979…..” olala le Rally de Montecarlò ’79 “ quando lavoravo a Radio Sound Trieste (la migliore della città…..n.d.r.) e seguimmo tutta l’ultima notte in diretta la sua rimonta vincente su Waldegaard (solo 6” alla fine), Blomqvist e la Saab ufficiale, le Triumph TR 7 ufficiali, Maurizio Verini…..già quella volta un mito, Leo Pittoni con l’Alfetta Gr. 4 macchina bellissima…le Stratos ancora più belle, Ballestrieri, Ormezzano, Lucky.
Come si sa, il Trofeo si disputava in coda ad una delle due tappe della gara “dei grandi“, si corse quindi la seconda qui all’Elba. Meno male……così la prima notte quasi tutto il gruppo dei Trofeisti sale sulla P.S. Rio Marina nel punto in cui passava in una cava, fondo in terra…….uno spettacolo di adrenalina, polvere, sciabolate di luci bianche enormi e di luci rosse piccoline (i fanalini posteriori) e quelle ancora più micro che qualche volta si riuscivano ad intravedere pur nella velocità dell’istante del passaggio vale a dire quelle dei navigatori, queste ultime a me davano un pizzico di emozione in più, mi immaginavo la frenetica “intimità“ nell’abitacolo fra il pilota ed il navigatore che gli urla (anche se c’erano gli interfoni) le note fra i rumori della terra e dei sassi sparati all’interno dei passaruota o sotto la scocca e poi polvere, tanta polvere……. uno splendido rumore di automobili da corsa “vere“ e profumi di olio, scarichi, frizioni e pastiglie……ma queste inebrianti sensazioni non erano solo riservate alla prima tappa dell’Elba del ’77, hanno fatto parte per decenni della magia dei Rally.
La nostra gara parte la sera dopo, in coda ai superstiti della prima frazione, ricordo che c’era molta attesa da parte dei giornalisti e degli addetti ai lavori per questo neonato Trofeo. Livio che correva già da tempo, conosceva molte di queste persone, mi presentò Carlo Burlando che curava il Trofeo per Autosprint (allora per tutti “la Bibbia“) e alcuni fotografi delle famose agenzie Attualfoto e Belle Epoque che ci informarono dove si sarebbe appollaiati per fare il loro mestiere ed il grande Mario De Carli Commissario Sportivo, Tecnico, Giudice di Gara ecc… che io però già conoscevo in quanto triestino. Alle verifiche Mario con quel fare di chi la sa lunga ci tira in disparte a noi e agli altri triestini Stefano e Walter e ci fa: “ragazzi mi raccomando….quà dobbiamo rimettere le cose in riga, nelle gare precedenti i Trofeisti si sono lasciati prendere un po’ la mano……alcune macchine hanno dei particolari che sono fuori……non è il caso vostro ma attenzione……. dopo la partenza controlleremo a campione, ma ho già dei nomi in testa, l’attacco della marmitta posteriore che da un po’ di tempo va di moda staccare per poi rimettere a posto nell’ultimo trasferimento….. “. Detto fatto dopo la partenza in uno spiazzo alla fine della seconda prova speciale una decina di macchine ferme sotto i lampioni con un formicaio di persone attorno, non ricordo chi, ma diversi finirono sotto quei lampioni la loro trasferta all’Elba mentre noi scomparivamo nel buio verso la speciale successiva.
Potrei dilungarmi ancora molto……perché i ricordi di quella gara sono innumerevoli: ma la “madre“ di tutte le emozioni è stata sentirsi partecipe di un EVENTO Rallystico importante, vero e proprio, una gara assieme ai veri professionisti, i migliori d’Europa e d’Italia e poi assieme ai Trofeisti semi / professionisti. E ancora……la magia della notte elbana con migliaia di persone, motorini e scooter dappertutto, la stanchezza dopo l’alba, quando il sole comincia a scaldare di più ed a luccicare ed i riflessi sono più provati, alla polvere dappertutto dentro e fuori l’abitacolo, al godimento provato a fare le veloci prove su asfalto……Monumento, Colle d’Orano con il Mediterraneo che si apre sotto di noi….e poi gli sterrati……..famosi…….San Martino, Volterraio, Monte Calamita, Falconaia, ma il sogno più grande si avverò alla fine……finimmo la gara, dura, tosta, lunga e difficile con il susseguirsi ed alternarsi di terra e asfalto e relativi cambi gomme, ma il palco d’arrivo a Portoferraio non lo si può dimenticare.