di Isabella Torghele Bettega.

Io e Attilio partimmo il giorno dopo il nostro matrimonio da Molveno (Tn) con destinazione Cefalù (Pa). Era il 20 marzo 1977. L’occasione era il nostro viaggio di nozze e il Rally di Sicilia-Targa Florio.

Dopo aver cambiato le gomme della nostra A 112 e messo quelle nuove che poi avremo usato in gara sul sedile posteriore, così come valigie, borse e caschi. Avete presente quanto era grande la 12 e anche il suo bagagliaio? Comunque ci stava tutto. Dimenticavo: c’era anche il roll-bar. Si perché quella A 112 era quella da gara, ma anche quella che ci serviva per fare le ricognizioni con la speranza di non fare danni perché poi con quell’auto dovevamo tornare a casa. Solo quella avevamo. Però avevamo risparmiato, in peso e volume, sulle tute!! Fino a metà stagione non erano obbligatorie e quindi noi per il Targa non ce le avevamo.

Il viaggio fu molto lungo. Da Molveno ai dintorni di Napoli come prima tappa e Napoli-Cefalù come seconda tappa. Arrivammo in Sicilia alla sera e visto che era il nostro viaggio di nozze prenotammo un albergo a Cefalù per conto nostro e non con la squadra (Scuderia Grifone).

Lì in Sicilia cominciò la mia avventura come navigatrice. Attilio non sapeva ancora chi erano gli avversari, nel senso chi era forte e chi un po’ meno, ma loro invece sapevano già chi era Attilio e qualche tempo dopo ci dissero che tutte le sere venivano a vedere se c’era la nostra A 112 parcheggiata fuori dall’albergo. Noi, ovviamente, eravamo sempre in giro a provare le p.s. del Targa. Dormivamo di giorno e la notte, per una presunta maggior sicurezza (così almeno supponevamo), facevamo le ricognizioni. Le prove andarono avanti fino alle verifiche e alla successiva partenza del rally.

In Sicilia ebbi la fortuna di conoscere Anna Gatti (un’amicizia incominciata in quel rally del 1977 che dura tutt’ora) che mi insegnò tutto sul ruolo del navigatore. Io proprio non sapevo nulla se non chiamare le note e questo me lo aveva insegnato Attilio. Anni dopo seppi che quel Targa Florio era la prima gara anche per l’Anna ma lei era già un paio d’anni che bazzicava nei rally e quindi tutte quelle cose come controlli orari, parchi assistenza, etc., non le erano proprio nuove.

Il rally andò benissimo. Vincemmo, anche se nessuno dei due si stava rendendo conto finché non ci venne a parlare Giulio Pensi che era il responsabile del programma A 112. Giulio era per noi come un padre, una persona deliziosa e con lui nacque una bellissima amicizia che durò nel tempo.

Un paio di giorni dopo ripartimmo per Molveno con la nostra A 112, che ci aveva permesso di effettuare tutte le ricognizioni e la gara, che per fortuna era rimasta intatta. Nel ritorno mi ricordo ci fermammo a Roma per comperare Autosprint. Credo ci dedicarono 2 pagine intere e altre poche volte vidi Attilio così felice. Il giorno dopo finalmente arrivammo a Molveno non senza un po’ di suspance. A 20 km da Molveno la nostra A 112 si bloccò causa la neve che era caduta abbondante. Attilio, che aveva letto tutte le gesta dei piloti nordici, abbassò la pressione degli pneumatici e noi arrivammo a casa.

Spesso, da quando sono diventata nonna, penso che Attilio avrebbe raccontato tante storie di rally ai nipoti. Già Achille che ha 4 anni, quando vede una macchina da rally che non è del papà (Alessandro, n.d.r.) dice: “questo è il nonno Attilio e la nonna Babella”.

 

n.d.r. La signora Isabella che ci ha emozionato e deliziato con questo bel racconto, non dice che questa era la prima gara che l’avrebbe portata a detenere un invidiabile record nel Trofeo 112.

Ha fatto cinque gare con Attilio nel Trofeo e…. le ha vinte tutte!!

Targa Florio, San Giacomo, 4 Regioni, Liburna (poi esclusi), Sanremo.

Tanta, ma tanta roba!!!