Aneddoti di una Fiat 126 tra le piccole dello scorpione.
Due chiacchiere con il pilota Flaviano Polato e
le sue avventure “nel” Trofeo A112 Abarth.
Piccola premessa.
Sembra strano che si parli di una Fiat 126 in questo sito, ma per chi seguiva i rally al tempo del Trofeo 112 non lo sarà affatto. Molto spesso quella piccola auto con alla guida un simpaticissimo pilota transitava, o meglio cercava di ‘schivare’ quei pazzi scatenati, in mezzo alle A 112 del Trofeo. Molti magari si saranno chiesti il perché di questa anomalia. Flaviano ce lo spiega di persona con questi ricordi. (n.d.r.)
La storia della piccola di casa Fiat nel mondo delle corse ha come protagonista Flaviano Polato che corse con tante automobili ma che con la Fiat 126 ha instaurato un rapporto speciale e simbiotico.
Il debutto con la 126 ad alcool causò problemi alla miscelazione meccanica tra benzina e alcool risolto parzialmente con un additivo. Un additivo improvvisato da un chimico che tentava di far amalgamare i due liquidi che avevano due pesi specifici differenti che non andavano tanto d’accordo.
Quando la macchina si fermava i due tipi di carburante si disgregavano e la macchina non andava.
Dopo la prima tappa dei rally Internazionali, la macchina di gruppo 1, partiva quasi sempre nelle ultime posizioni e con l’aggiunta dell’ulteriore handicap causato dal depotenziamento dalla tipologia di carburante, cadeva di prestazioni massime (massime?, ah, ah…!) con la perdita di circa 5 cavalli arrivando a circa 18 cavalli totali.
Era l’aprile del 1980, esattamente 40 anni fa, il rally dell’Isola d’Elba prevedeva l’ordine di partenza come ultimo in base al gruppo e classe di appartenenza. Il nostro eroe veniva spesso raggiunto dai primi concorrenti del trofeo A112 nel corso delle P.s.
Il Trofeo 112 come sempre partiva in coda ai rally e pertanto il nostro pilota si trovava spesso suo malgrado a “intralciare” gli Abarthisti con le loro A112 che avevano il triplo dei cavalli della mitica 126.
Quella sera, verso la metà della prima P.s., Polato vede in lontananza i fari di un veicolo, gli sembravano i fari della macchina che fa la scopa della gara, ma invece erano i primi concorrenti del Trofeo A112 e, realizzato questo suo esser d’intrigo, decise cavallerescamente di accostare e lasciar passare i concorrenti in puro spirito Decubertiano.
L’equipaggio era composto da Paolo Pontelli e Fabrizio Dovier.
Impressionante era vedere con che velocità e con che grinta i Trofeisti superavano il Polato… disse poi alla fine che “correvano con il coltello tra i denti”.
Era normale che quando c’erano delle P.s. di circa 18-20 km su fondo sterrato la mitica 126 si vedeva superata da circa una decina di Trofeisti ma in ogni caso concludeva sempre la sua gara.
Le A112 montavano le Pirelli P6 gomme che permettevano buone tenute sportive anche se poi il fondo sterrato non era proprio la sede ideale per buone prestazioni, anzi proprio su questo fondo bucare era un’attimo.., e ciò permise alla 126 di togliersi qualche piccola soddisfazione data da una guida molto spregiudicata, al limite delle capacità dinamiche del mezzo, ma il buon Polato ci metteva del suo, tanto del suo.
Sempre nel 1980, durante la gara del Piancavallo, la 126 si trovò ad affrontare le medesime disavventure sportive contro i Trofeisti anche se la tipologia di gara, essendo molto più veloce di altre manifestazioni e con prove speciali molto più lunghe, fece vivere delle belle emozioni all’equipaggio made in Solesino.
Questo scontro tra la piccola 126 e le ben più performanti A112 Abarth si ripropose anche negli anni successivi sempre nelle medesime modalità come un epico scontro tra Davide e Golia.
La sfida, ovviamente, non era contro il cronometro ma contro il numero di equipaggi marchiati Abarth che superava la 126 ad alcool. Ovvero: “quest’anno abbiamo fatto meglio dell’anno scorso perché ci hanno superato solo dodici A112, l’anno scorso erano state quattordici, e questo dava molta soddisfazione al nostro Polato.
I concorrenti del trofeo A112 raccontano ancora della sportività della 126 di Polato lasciando strada in modo veramente leale non facendo perdere secondi preziosi per la loro gara monomarca.
Questo sportività fu riconosciuta da Spongia e Paliaga che ammisero, in una delle famose cene che tutti gli anni organizzavano per ricordare e rinsaldare i contatti tra i vecchi Trofeisti, che in una particolare occasione la 126 lasciò libera la partenza della prova speciale Pala Barzana, lunga e impegnativa forse una delle più belle di tutto il tracciato del Piancavallo, permettendo il regolare svolgimento del tratto cronometrato.
Attestazione di stima ed affetto che ha sempre permesso di considerare Flaviano Polato uno dei Trofeisti, perché in effetti correva in mezzo a loro, anche se correva con una 126 ad alcool e che proprio per la sua innata sportività, nel più alto significato agonistico, è sempre stato invitato a queste riunioni culinarie nel ricordo dei vecchi tempi passati.
Ricorda poi Polato che il suo navigatore a un certo punto dotò la 126 di un retrovisore posteriore sul lato del navigatore per non rischiare di intralciare il sopraggiungere di altri concorrenti. Che poi era utile solo durante le ore diurne in quanto durante la notte si usava regolarsi con il sopraggiungere dei fari degli amici del Trofeo A112.
In una della gare del 1981 la posizione di classifica di Polato era quella data dalla potenza della 126, ma in questo caso non ultimo, e un equipaggio alla guida di una Alfa Romeo GTV era diventato lui a precedere i Trofeisti per problemi subentrati durante la prima tappa del rally, ma intenzionato a finire la gara indipendente dalla classifica e chiaramente non per capacità del pilota ma per problemi tecnici della vettura che lo costrinsero ad essere superato da un nutrito numero di A112. Nei tratti in salita la potenza dell’Alfa Romeo raggiungeva la 126 ma in discesa non ce n’era per nessuno e in maniera cinica e divertente la 126 si francobollava al posteriore della ben più potente Alfetta GTV per poi superarla nel momento di maggior affluenza di pubblico a bordo strada facendo così esplodere di gioia il pubblico facendo sembrare che la 126 fosse più veloce della grossa sportiva di Arese.
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