di Massimo Pilichi. 

Trofeo, si fa presto a dire trofeo ma, il “Trofeo” è uno solo, quello delle piccole e scattanti Autobianchi A112 Abarth 70 HP.

        Nel quarto anno della mia breve ed assai poco luminosa carriera nei rally il 1981, un amico navigatore “con famiglia” Enrico Gentili, che correva con Maurizio Satanassi, mi chiese di sostituirlo per le ricognizioni del rally di San Marino. Tentennai un pochino in quanto consideravo la A112 tendente al cappottamento facile inoltre, la responsabilità di scrivere le note che qualcun altro avrebbe letto in gara mi pesava parecchio ma, alla fine accettai di aiutarli.

        Partimmo quindi, il Satanassi ed io alla volta del Titano con la A112 per la lunga ed estenuante sessione delle ricognizioni su quelle prove speciali dai nomi così famosi: Valle di Teva, Apsa, San Giovanni, Cesane, Monte Vicino, ecc. e dopo aver buttato giù e ricontrollato le note, al primo passaggio un po’ spedito, che sorpresa!, quella scatoletta andava il doppio della mia 127 sport che pure (sulla carta) aveva gli stessi cavalli e fu amore a prima vista.

        Quel San Marino non andò benissimo per Satanassi – Gentili e quando venni a sapere che avevano cappottato, ero preoccupatissimo che fosse dovuto ad un mio errore invece, avevano semplicemente stretto troppo un tornante.

        L’anno successivo il 1982 Maurizio si disse intenzionato a fare qualche gara in più del Trofeo, isole comprese, ed in considerazione degli impegni lavorativi e famigliari di Enrico chiese ed ottenne la mia collaborazione per le gare lontane; escludemmo la Targa Florio per vari motivi: il poco tempo per organizzare la trasferta, la distanza e non ultimo il fondo, stante la nostra predilezione per lo sterrato.

        Si decise quindi per il Costa Smeralda e, se fosse andata bene poi si poteva andare all’Elba. Naturalmente da pazzi dissennati come eravamo allora, partimmo senza assistenza e con la A112 come unico mezzo di locomozione per arrivare in Sardegna, fare le ricognizioni, correre la gara e (forse) tornare a casa.

        La gara andò bene, arrivammo ottavi nonostante una partenza molto prudente sulla temutissima Isuledda, dove fummo raggiunti da Tonetti – Tosi i quali, a causa di un guasto al clacson, non riuscirono ad avvisarci e dovettero rimanere dietro fino al controllo stop.

        Ricordo un episodio particolare, che la dice lunga su quello che era, e grazie a Dio è ancora, l’ambiente del Trofeo. Ci eravamo trovati durante le ricognizioni con un altro equipaggio del quale né io né Maurizio ricordiamo i nomi, che aveva un paio di amici con un furgone Fiat 242 artigianalmente trasformato in camper, che faceva loro assistenza.

        Dopo il controllo stop della PS “Ponte di Diana” in un breve trasferimento, trovammo i ragazzi col 242 ed accostammo un attimo per salutarli, stavamo per ripartire quando sentii “ferma, ferma!!!”. Si erano accorti che il cerchio (di lamiera) anteriore destro aveva una vistosa ammaccatura, tirati fuori due martelli, con quattro colpi il cerchio era tornato a posto.

Se non ci fossimo fermati, se non si fossero accorti dell’ammaccatura, se non ci fosse stato quello spirito (che ce le diamo di santa ragione col volante o col quaderno tra le mani ma, rimaniamo un gruppo di amici) alla prima curva a sinistra della successiva P.S. “Berchidda” il Pirelli P6 sarebbe uscito dal cerchio con le facilmente prevedibili conseguenze. Grazie.

Ho ritrovato intatto, dopo oltre trent’anni, quello spirito negli incontri, pranzi, cene e partecipazioni alle gare che un Trofeista doc come Gigi Perugia organizza per il gruppo Facebook “Trofeo A112 Abarth” riservato a piloti e copiloti che hanno gareggiato nel Trofeo A112 Abarth – 1977 / 1984.