di Michela Cressi.
Ripensando al Trofeo 112 sono tanti gli episodi che mi vengono in mente di quello spensierato periodo. D’altronde eravamo giovani, con tanta voglia di divertirci e facevamo una cosa che ci piaceva assai.
Questo in particolare mi ha seguito nel tempo e me lo sono portato dietro sempre, fino a quando ho gareggiato e che conservo ancora gelosamente.
Era il Rally di San Marino del 1981 e correvo con la Paola Alberi. Gara da tre ore e mezza di Prove Speciali mica gli ‘Sprint’ di adesso e questo solo per la seconda tappa, quella riservata alle 112. Siamo a pochissimi metri dal fine prova, purtroppo capottiamo, non sarà l’unica volta nella mia carriera, alcuni spettatori ci girano, ci rimettono sulle quattro ruote e finiamo la P.s. in retromarcia. Vale anche così, importante è passare davanti alla postazione dei cronometristi con l’auto, ….possibilmente in moto! In questa situazione tutto quello che c’è in macchina ovviamente si disperde se… non hai la sfiga che qualcosa sia volato fuori dal finestrino mentre capottavi. E non roba da poco: radar, tabella di marcia, piano assistenza, note e quant’altro. In qualche modo recupero tutto o quasi tutto. Manca la mia matita preferita quella che ritengo sia il mio porta-fortuna.
Dramma.
Tuttavia, si va avanti e in qualche modo riusciamo a finire la gara pur con il vetro rattoppato da una buona dose del solito nastro tuttofare che, almeno a quei tempi, era l’estremo rimedio a molti guai.
Arriviamo sul palco d’arrivo e si avvicina una persona con la MIA matita e gentilmente me la porge. Gioia incontenibile per aver recuperato quel semplice oggetto e che ora custodisco gelosamente sul comodino.
Lo guardo e rivedo tutta la mia storia rallystica.
Una sciocchezza? Forse si, ma non per me.
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