di Massimo Mimmo Gallione.
Non sono qui a ricordare che cosa successe al rally di Sanremo 1984, tutti lo sanno, ed è stato riportato ampiamente su tutti i giornali del settore.
Dopo quella cocente delusione avevo tanta rabbia in corpo e volevo un riscatto.
“… E comunque se ad Anqua non mi fossi girato, perdendo un minutino, quel Sanremo non me lo avrebbe portato via nessuno nonostante lo svarione di Volterra. Chi però mi dirà che non dovevo girarmi avrà ragione da vendere. In ogni caso con i se e i ma…non si va da nessuna parte. Quindi va bene così, …o quasi.”
Il rally di San Marino sarebbe stato perfetto per quello che mi prefiggevo.
L’avevo corso nel 1979 e mi erano rimaste impresse quelle meravigliose prove sulla terra. Strade larghe con fondo molto bello, non sconnesso, qualcuno, magari esagerando un po’ diceva, come un biliardo.
Quella gara è stata praticamente perfetta e riuscii a realizzare ad uno ad uno tutti i miei propositi. Fui finalmente in pace con me stesso ma dovetti gestire delle situazioni che hanno dell’inverosimile.
A circa metà gara arriviamo ad una assistenza, uno dei ragazzi della Grifone (non ricordo il nome) dopo aver controllato le solite cose prende una tanica e mi riempie il serbatoio.
Appena ripartito sento gridare:
“FERMA, FERMA! SPEGNI, SPEGNI!”
Non capivo. I ragazzi si buttano sotto il dodici trafficando sul manicotto del serbatoio.
Non capisco e chiedo: “Che succede?”
Risposta: “Abbiamo fatto il pieno…. d’acqua!” Potete solo immaginare cosa mi sia passato per la mente in quel preciso momento.
Tagliano il manicotto, mettono la macchina sul fianco, puliscono, asciugano, rimettono un nuovo manicotto e rifanno il pieno utilizzando la tanica giusta.
A quel punto il ragazzo mi dice: “Adesso preghiamo! Metti in moto.”
Bramm….. il dodici riparte senza alcuna esitazione e continuiamo come se niente fosse!
Seconda situazione:
Finiamo l’ultima prova, vincendo anche quella, facendo un tempone. (n.d.r. quarto tempo assoluto se confrontato con la classifica dei ‘grandi’).
Soddisfatti, partiamo per l’ultimo trasferimento, circa cinquanta chilometri, che ci porterà all’arrivo.
Fatta un po’ di strada, cominciamo a sentire strani rumori zona cambio man mano sempre più forti.
Ad ogni metro il rumore di ferraglia aumenta, il cambio bloccato credo in terza e l’angoscia che monta.
Io ed Enrico, ancora oggi ricordiamo quegli ultimi chilometri come il trasferimento del terrore.
Non poteva finire in quel modo dopo quella giornata perfetta!
Arriviamo a fatica sulla pedana e il dodici si pianta definitivamente con il cambio e differenziale a brandelli!
Quando sta scritto che le cose devono andar bene!!
n.d.r., (nota del redattore)
Più che il vantaggio a fine gara sugli avversari, notevole in ogni caso, il modesto Mimmo non riferisce che, probabilmente in tutte le ottantacinque gare di Trofeo 112, questa gara l’ha visto protagonista per un altro record. Gallione-Riccardi hanno vinto tutte le sedici prove speciali in programma. Sedici su sedici!!
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