di Anonymus.

Correva l’anno 198….. gli anni d’oro, a parere di molti, dei rally. Le grandi case automobilistiche come Audi, Lancia, Peugeot, Fiat, Opel si contendevano i titoli mondiali Piloti e Marche. C’era un sostanziale equilibrio fra le varie marche, e non c’era un’auto nettamente più forte dell’altra. Ogni gara era buona per portarsi avanti in classifica e quindi ogni più piccolo particolare, ogni scelta giusta o sbagliata, conservativa o azzardata, poteva essere determinante nell’accumulare punti che a fine anno potevano fare la differenza e così portare a casa il Titolo.

Ma questo sito è dedicato al Trofeo 112, che c’entra questa prefazione? Aspetta un attimo! Vedrai che qualche analogia c’è.

Forse era il 1983…. o giù di lì, di sicuro era una gara che si correva in Africa, Safari o Bandama. Per il titolo piloti la stagione è caratterizzata da un duello fra un noto pilota Teutonico e una graziosa ragazza Francese. Lo spilungone su un’auto fino a quel punto classica (da lì in poi invece ci sarà uno stravolgimento tecnico per quasi tutti), la ragazza su un’auto rivoluzionaria a quattro ruote motrici. Bella forza direte voi, con un’auto a trazione integrale tutti sono capaci di andare forte. Sì è vero, o almeno in parte. La ragazza però è talmente tosta che dopo, quando anche i maschietti saliranno su quell’auto, spesso e sovente continua a bastonarli e in quella stagione era andata molto, ma molto vicino a vincere il campionato mondiale piloti. E veniamo al particolare. I giornali specializzati dell’epoca riportano che in quella gara, l’auto della ragazza ha dei gravi problemi tecnici e molto probabilmente sarà costretta al ritiro. Ma così perderebbe preziosi punti per il campionato. L’assistenza cerca di sostituire tutto quello che è possibile ma certi ricambi incredibilmente non sono compatibili. Ad un certo punto, sempre i giornali riportano, c’è il sospetto che venga sostituita completamente la vettura, cosa vietatissima, ovvio. Sui giornali vengono pubblicate alcune fotografie delle portiere e dei numeri di gara prima e dopo l’intervento e c’è qualcosa che non combacia. Oppure hanno sostituito solo le portiere? Sarà vero? Sarà solo un sospetto?
Oramai questo fa parte della storia dei rally e casomai è solo una delle tante:

“Leggende metropolitane”, o fantasie giornalistiche?

Al giorno d’oggi ancora il dubbio è rimasto tale.

E veniamo alle presunte analogie con il Trofeo 112.
Un aspetto importante che ha decretato il successo del Trofeo 112 è stata l’assegnazione dei premi in denaro che permettevano ai più, o meglio ai più bravi, di disputare questo Campionato nonostante le spese non proprio economiche per le trasferte, anche molto lunghe, che seguivano le gare del Campionato Italiano. Era ben strutturato il montepremi: c’erano premi ad ogni gara per i primi dieci, premi di girone, premi finali, per gli under 23 e per la classifica femminile. Venivano distribuiti subito tant’è che quasi tutti li investivano immediatamente nelle gare successive e poter così continuare nel Campionato. Si certo, il lato sportivo, le prestazioni contavano sempre, ma bisognava pur sempre far di conto e a vent’anni, o poco più, raramente si disponeva di un budget anche solo sufficiente. Logico quindi che tutti si impegnassero a raggiungere il massimo punteggio per accedere a quei ‘capitali’. Se poi si arriva alle ultime gare con l’assegnazione del titolo che è ancora in bilico …tutto ci stà…, o quasi. E allora si innescano le più ardite fantasie dei protagonisti, che a quella età venivano facile. D’altronde anche al giorno d’oggi pare ci siano sempre i “buontemponi”, per essere buoni, tanto-buoni,  che buttano chiodi o simili agli avversari di turno. Son passati quarant’anni ma sempre lì siamo!
Se per il titolo finale del Trofeo era già stato deciso quasi tutto, così non era per la classifica riservata agli equipaggi femminili.
Siamo a novembre penultima gara di Campionato. Si partiva a metà pomeriggio ma il buio era subito dietro l’angolo ancor prima di arrivare alla prima prova speciale. C’è anche una fitta nebbia, anzi tanta. Talmente tanta che qualcuno non ce la fa ad arrivare nemmeno alla prima prova speciale e ‘tira’ il 12 su per un muro. Buio, pioggia, vetri appannati, strade sterrate, fango. L’ambientazione è quella tipica più di un film horror che di un rally. O perlomeno è molto simile al più famoso e titolato RAC Rally dell’Inghilterra. Ovviamente si corre tutta la notte e si arriverà, se tutto andrà bene, solo nella mattinata successiva. Le ragazze partono quasi sempre fra gli ultimi equipaggi del Trofeo. Ed è fra queste vetture che si consuma il ‘presunto’ fatto. C’è un equipaggio femminile che sta viaggiando bene, fa buoni tempi. Ed è davanti, con sorpresa, dopo le prime prove speciali, all’altro equipaggio femminile con cui si contende il titolo specifico. Strano, nelle gare precedenti non era state notate per tempi significativi, anzi, di solito erano quasi in coda al gruppo. La ragazza che è alla guida però non scende mai dalla macchina. Non sta bene, ha una forte emicrania e il tempo umido, la nebbia etc., giocano contro queste indisposizioni. Almeno così riferisce la navigatrice. Non si toglie nemmeno il casco fra una prova e l’altra. Ma anche così debilitata i tempi in prova speciale sono buoni. Alla fine di ogni settore, nei pochi minuti che precedono il controllo orario, c’è un vociare insolito….fra i navigatori: ‘gente maligna’ sempre pronta a criticare, a cercare mille scuse su tutto. Si parlotta, si fanno le prime ipotesi, alcune anche strampalate …. La fantasia dei navigatori non ha limiti, provare per credere, anche sportivamente parlando, soprattutto fra i più bravi…. Il buio della notte, la nebbia..… è un attimo a costruire la più fantasiosa e incredibile situazione. Mentre ad ogni nuovo controllo orario la storia si colora sempre di nuovi particolari. “Ok la tuta è quella di sempre, la sua, ma lei mi sembra più in carne del solito, e cavoli ci siamo visti la gara scorsa….., mi ricordo! – Anzi, l’avevo notata proprio per quel bel fisico. – Ma il casco te lo ricordi? – Non mi sembra quello solito, mi viene un dubbio!”
Ad un certo punto il più coraggioso, il più impudente, prende l’iniziativa e informa un commissario della situazione. “Varda che no se na donna quella, mi me ne intendo!! – Ma dai, ma si, ma no! E che ci posso fare io?”
Ricordi sbiaditi dal tempo, voci di corridoio, sempre comunque provenienti da quella ‘gente maligna’, riportano che in quella occasione la partenza della prova speciale era stata sospesa per alcuni minuti perché c’era stato un incidente in prova. Ovvio che si fosse formato una colonna di auto in attesa di ripartire. Nel frattempo piloti e navigatori si erano tolti caschi e sotto caschi. Meno che quella ‘ragazza’, sempre in macchina. Al sopraggiungere del commissario la A 112 si mise in moto e, con uno scatto rabbioso, lasciò il gruppo.
Intanto però il cronometro scorre e bisogna timbrare… e io non so poi come è realmente andata a finire…., anche se nelle classifiche finali quella A112 risulta ritirata.

Leggende metropolitane o fantasie di ‘gente maligna’? Al giorno d’oggi ancora qualche dubbio è rimasto tale.