di Paolo Brusadin.
Tutto è partito da una barra duomi…
Quando ho scoperto che sulla mia A112 c’era un pezzo che era stato di un Trofeista, ho voluto subito iniziare le ricerche!
Sapere che Pittino era già andato avanti, come pure Brustoloni, mi ha fatto capire che non potevo rimandare ancora l’incontro coi Trofeisti delle mie parti.
Il trofeo A112 Abarth, svolto dal 1977 al 1984, è stato talmente innovativo da cambiare per sempre il rallysmo italiano. Un’auto piccola, semplice ed economica che con poche modifiche alla versione stradale permetteva di sfidarsi ad armi pari nelle più importanti gare del Campionato Italiano Rallies hanno portato centinaia di giovani a darsi battaglia per i ricchi montepremi messi in palio, e soprattutto per la possibilità data al vincitore di venir ingaggiato nella squadra ufficiale Lancia, raggiungendo picchi di oltre 50 iscritti a gara!!
Per prima cosa ho contattato l’unico Trofeista già conosciuto di persona, Ernesto Manfrin di Cordenons, che mi ha dato immediatamente disponibilità.
L’incontro è stato subito emozionante, visto che la prima frase è stata: “l’ultimo 112 su cui sono salito era quella di Maurizio…”
Far risalire dopo oltre 30 anni su un 70HP chi ci ha corso all’epoca era proprio il mio obiettivo e sentirmi dire “non ricordavo andasse così forte uno stradale”.
E’ stata musica per le mie orecchie!
Manfrin ha vissuto a 360° il trofeo avendo fatto il pilota, il navigatore ed anche assistenza agli altri della zona (Brustoloni stesso, Presotto ed i Muin) e la frase che riassume l’approccio ai rally di quei tempi è: “non importava con cosa, bastava correre!”
Epica avventura quella vissuta in Sicilia alla Targa Florio come assistenza, cioè il ritorno quasi senza soste dopo la gara con il muletto da Palermo a Pordenone con le taniche di benzina in macchina innanzitutto perchè non sapevo se e quante aree di servizio c’erano in Calabria e dovendola fare di notte ci siamo caricati la benzina in macchina. Dovendo poi rifornirci, anche prima del previsto, considerando l’andatura e quanto beveva il muletto, ci fermammo in una piazzola d’emergenza, di notte con autostrada deserta, a riempire il serbatoio, ovviamente terrorizzati che arrivasse qualcuno, magari con intenzioni non proprio piacevoli…
Tutta da raccontare poi la gara da pilota, il Rally di San Marino ’84, con Brustoloni a destra; ecco le sue parole:
La settimana prima siamo andati a provare con un’A112 Elegant acquistata appositamente. Per fare “l’affare”, andai da un commerciante d’auto conosciuto per avere dei gran bidoni in casa, ma era proprio quello che cercavo. Pochissima spesa, tanta resa. Era di un colore indefinito sul bianco/beige a macchie, piena di bottarelle ovunque sulla carrozzeria, che appariva “fiorita” nei punti cruciali gomme inesistenti, ma avevamo quelle consumate del trofeo ma tutto sommato si accendeva, correva e costava 100 mila lire. Era perfetta. Passaggio di proprietà? Non ti preoccupare, facciamo dopo quando torni. Libretto dov’è? Ti faccio il permesso assieme all’assicurazione per 5 giorni. Ok, meglio di così impossibile. Partimmo il venerdì della settimana prima della gara al mattino molto presto, tipo le 4 o 5, ovviamente per risparmiare tutta statale. Un nebbione terrificante sulla Romea dove non si vedeva veramente ad un palmo di naso. I fanali di quella macchina oltre che non far luce, proiettavano un fascio che peggiorava ancora di più la vista, a tal punto che vidi all’ultimo istante una deviazione e rischiai di abbattere la barriera. Più avanti, senza nebbia, traffico zero, decisi di aumentare l’andatura per guadagnare un po’ di tempo e ampiamente sopra i limiti vidi in lontananza una pattuglia. Iniziai lentamente a rallentare e a sudare pensando a cosa raccontare di quella macchina senza praticamente nulla… Era scontato mi fermassero, li vedevo già allungare il collo e dondolare ed ero l’unico sulla strada. Quando l’agente stava già mettendosi in posizione ed estrarre la paletta, improvvisamente dallo specchietto vidi arrivare a tutta velocità con i fari abbaglianti un’altra macchina. Accortisi della pattuglia, piantò un’inchiodata che dallo specchietto notai che il muso della macchina sfiorava l’asfalto. Penso fosse un BMW. Morale della favola il poliziotto si buttò in mezzo alla strada per fermare l’altro, il mio salvatore e noi proseguimmo con “non calanche”, con una faccia di bronzo che faticava a trattenere le risate.
Appena passato il blocco, via a manetta fino a San Marino.
Inizia la gara; pronti, via, dopo poche curve già non ci sono più le note, il navigatore sta male e si va a vista!
Nonostante l’imprevisto i tempi sono buoni e dopo 2 prove sono nei primi 10!
Riguardo all’assistenza ce ne sarebbe anche lì da raccontare…
“Bruno arrivò da Pordenone al mattino, viaggiando nel nebbione tutta la notte e facendo il doppio della strada perché aveva sbagliato un uscita.
Arrivato al punto di assistenza, dove decidemmo il ritiro, iniziò a bestemmiare per un’ora. Poi ci è venuto in mente che avrebbe potuto salire lui ma era già troppo tardi per arrivare in tempo al CO successivo. Fu davvero un peccato perché stavamo andando proprio bene. Ma fu anche il risultato di una cena pre gara senza limiti (per qualcuno) poi partenza verso l’una di notte da Urbino, dopo aver passato la giornata prima a preparare tutto, verifiche etc., senza dormire decentemente da almeno un paio di giorni. Il resto è storia.”
A quel punto l’unica cosa da fare era andare a vedere qualche passaggio del rally e così si appostarono su un innesto in salita alla fine di un lungo rettilineo sterrato.
Qualche minuto dopo l’ultima auto arriva il primo del trofeo, è Canobbio: il motore è al massimo dei giri e, nonostante la curva sia vicina, sembra non mollare mai l’acceleratore!
L’auto viene intraversata e con un pendolo magistrale è già su in salita tra lo stupore dei presenti rimasti silenziosi dopo aver visto una simile prodezza!
Manfrin ricorda che ogni volta in cui si parlava di 112 Brustoloni diceva sempre: “te pensitu quea volta Canobbio?!”
Grazie anche ai contatti di Manfrin sono riuscito a contattare il dott. Gasparin di Pordenone, che molto gentilmente mi ha procurato 3 bellissime foto del trofeo 1981.
Esordio in Toscana al Rally del Ciocco: si arriva giù il giorno delle verifiche senza aver provato ed il pilota non ha nemmeno i soldi per le gomme…
Il giovane dottore allora chiede aiuto all’amico Pordenonese Perissinot: “Icio me prestitu 100 mila lire?” e così via a correre senza note contro gente che aveva provato il percorso per intere giornate! Si viaggia tra le ultime posizioni, ma l’importante è arrivare e così il lunedì Gasparin è già a casa della madre di Icio a restituire la cifra dovuta!
Poi altre gare in tutto il Nord compreso ovviamente il Rally Piancavallo, gara di casa, con un crescendo di risultati.
Un grande preparatore di auto da rally e salite, Gaetano Menegon di Maniago, ha raccontato questo aneddoto su un Costa Smeralda, dove il suo pilota si trovava per le ricognizioni: “mi chiama al telefono dalla Sardegna disperato, dicendo che ha sbattuto, e chiedendo di portare anche un parabrezza! Il problema più grosso però è che il contadino proprietario del terreno dov’era finita l’auto non la vuole restituire e minaccia anche di chiedere i danni… Sapete com’è finita? Che alla fine ha offerto anche il pranzo!!!”
Ultima tappa a Maniago dal Trofeista più conosciuto della provincia: Alessandro Muin.
La moglie Daniela Campolin racconta della gara corsa come navigatrice, la gara più attesa dell’anno, il Rally di Sanremo.
“All’arrivo della prima prova vediamo che il concorrente che ci precede sta ancora timbrando e pensiamo che magari avrà avuto dei problemi; poi lo rivediamo alla fine della P.S. successiva, dove i cronometristi ci dicono che abbiamo fatto il miglior tempo! Non poteva esserci esordio migliore! L’auto però inizia a dare qualche problema e proprio al riordino in piazza a Siena non va più in moto… Guardo Sandro dicendo “non vorrai mica che scenda a spingere in mezzo a questa folla?!” ma il sorriso del pilota non lascia molti dubbi e così approfittando della leggera discesa riusciamo a ripartire. Il ritiro però arriva a causa del cambio in una bellissima prova nel sud della Toscana, proprio nel punto più lontano dalla Liguria!”
Da raccontare poi anche l’unica gara alla guida, il Costa Smeralda delle “famose” ricognizioni.
Costrette al ritiro per un’uscita di strada trovano anche l’altra auto della CIEMME incidentata allo stesso modo, nello stesso punto esatto e pensano di scattare una foto per testimoniare il curioso fatto.
Poi parlando viene fuori una coincidenza ancora più incredibile: facendo un calcolo sembra che le 2 uscite siano avvenute nello stesso minuto!!!
Tutte queste persone che ho incontrato hanno poi continuato a correre nei trofei del gruppo FIAT, passando dalla A112 alla Uno…
Ma questa è un’altra storia!
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